La violenza psicologia: i lividi invisibili
Quando si parla di violenza il pensiero in automatico si rivolge verso forme di aggressività e violenza fisica e/o sessuale. Ma la violenza si può presentare in diverse forme, basti pensare alle critiche, alle svalutazioni o minacce, queste sono solo alcune forme di violenza psicologica.
Quando si parla di violenza psicologica si intende un tipo di maltrattamento subdolo, un meccanismo di sopraffazione che nel tempo va a minare l’identità della persona, la sua autostima, la sua dignità.
Anche se non si vede, la violenza psicologia è qualcosa di reale, si tratta di un vero e proprio abuso emotivo; è un tipo di violenza che colpisce molte donne spesso inconsapevoli di esserne vittima.
La violenza psicologica non ha un aspetto definito, i comportamenti possono variare di intensità e di frequenza, possono essere espliciti o nascosti. Non si tratta di un singolo episodio, ma si presenta nel tempo come un comportamento ripetitivo, che caratterizza la relazione disfunzionale.
Alcuni comportamenti sono psicologicamente violenti, proviamo a riconoscerli:
CONTROLLO rispetto a gli spostamenti, alle chiamate o ai messaggi, controllo dei social; imprevedibilità dei comportamenti aggressivi e gelosia patologica, esplosioni di rabbia che si alternano a comportamenti affettuosi; tendenza a controllare come ci si veste, quando uscire e con chi.
CRITICA E UMILIAZIONE svalutazione continua del proprio lavoro, degli interessi o dello studio; messa in ridicolo davanti a gli altri, sarcasmo e commenti negativi alla persona con un linguaggio che sminuisce l’altro facendolo sentire insignificante.
NEGAZIONE E ACCUSE negazione degli abusi, ogni qual volta la vittima si lamenta la risposta sarà la negazione e lo sminuire l’accaduto; si tenderà di accusare la vittima di aver provocato un comportamento aggressivo; atteggiamento destabilizzante attraverso la negazione di fatti realmente accaduti contro la vittima affinché quest’ultima possa dubitare di se e farla credere pazza.
TRASCURATEZZA EMOTIVA E ISOLAMENTO indifferenza nei confronti della sofferenza della vittima; tendenza al silenzio ignorando i tentativi di dialogo; tendenza a isolare la vittima mettendola contro i propri familiari e gli amici.
Quali sono le conseguenze? La vittima si sente impotente, imbrigliata in una relazione che non riesce ad allontanare; si sente come fisicamente colpita ogni volta che l’altro usa parole contro di lei. Non trova la forza di reagire e quindi abbassa la testa nell’attesa che tutto finisca. Ma l’abusante non si ferma, anzi questa vulnerabilità è la strada spianata per continuare ancora. La vittima si sente calpestata nella propria dignità e autostima e prova emozioni che non riesce a controllare come la paura, ansia, vergogna, colpa, che possono sfociare in vere e proprie patologie (attacchi di panico, depressione, insonnia).
Come reagire e uscirne: uscire e reagire alla violenza psicologica non è facile, da psicologa posso dire che il primo passo è la consapevolezza, essere consapevoli che si sta vivendo una relazione tossica e che bisogna fermarla. Alcuni punti aiuteranno a uscire da una situazione di violenza psicologica: 1) riconosci di aver un problema e affrontalo; 2) impara a chiedere aiuto e parlane con qualcuno, rivolgiti ad un esperto (psicologo) che ti aiuti ad affrontare le difficoltà e a trovare le tue risorse; 3) focalizza i tuoi bisogni e riparti dalle tue priorità; 4) lavora sulla tua autostima e ricordati quanto vali.
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