Il genio dell`obesità


Rischi e opportunità del mettersi a dieta. Come evitare i tragici "effetti YO-YO"?
Il genio dell`obesità
Alcuni recenti e drammatici fatti di cronaca hanno riportato alla ribalta uno dei tormentoni della Salute più ricorrenti; quello dell’obesità e dei trattamenti legati al riassetto ponderale (Dieta). Non passa ormai giorno che non si senta o si legga di una qualche "nuova" scoperta, di un qualche "innovativo" metodo di dimagrimento propagandati come radicali, rapidi ed assolutamente indolori; il gene che controlla e decide il nostro peso, la pillola "anti-ciccia" che può permettere ogni tipo di abbuffata senza sensi di colpa o remore di tipo psicologico, il nuovo metodo tecnologico di questo o quel Centro. Il tratto comune a tutte queste "scoperte" è quello per cui l’Obesità o il più modesto sovrappeso (vero o presunto tale) altro non sono che questioni di eccesso di volumi, di "ingombro". Peccato che nessuno sottolinei che ogni azione puramente commerciale, come spesso tali "innovazioni" risultano essere, viva essenzialmente di un meccanismo di persuasione (chi più chi meno) mirato a suscitare un bisogno ed a edificare su questo una qualche forma di dipendenza. Una dipendenza che, se durante il trattamento può essere necessaria, più tardi si manifesta come il vero oggetto di scambio, tanto da generare il periodico e/o continuo ricorso al trattamento stesso. Una dipendenza che solitamente poi si associa a quella che si instaura rispetto a tutti gli altri strumenti "collaterali". Non ho problemi a ritenere, infatti, che anche la passeggiata salutare, se "abusata", diviene come il pasto "riempitivo", lo snack fuori orario; ogni "cosa" diviene "buona" purché riempia, colmi i vuoti, annulli le inquietudini, soffochi i disagi. Questa è una delle radici profonde dell’Alimentazione che, collegata a fattori costituzionali, conduce al sovrappeso prima ed all’Obesità poi. E se su questi "stili" non si incide non c’è Dieta che non sia votata al fallimento, a scatenare l’ormai famigerato effetto "yo-yo" (o elastico). Insomma, piuttosto che cercare le radici profonde di quel disagio che annulliamo col cibo è come se abusassimo continuamente di azioni, di consigli, di tecniche, di farmaci; il grasso che ricopre così spesso le nostre facoltà emotive ed intellettuali, in fondo, non si vede e nessuno mai al mare, la prossima estate, potrà notare la nostra Obesità mentale. Perdere 10 o 20 Kg non è quindi solo "una questione di peso"; come ben sa la donna citata dalle cronache e che in preda ad un raptus ha quasi ucciso il figlio. "Era come se fosse venuta fuori un’altra...avevo odio per tutti..". Dovrebbe essere un monito chiaro ad avvicinarsi al proprio corpo con maggiore consapevolezza. Se è vero come è vero che esiste un gene (o forse più) che "decide" del nostro peso, della forma del nostro corpo, mi sembra assolutamente pazzesco ritenere di poter modificare tali "confini" in maniera puramente tecnica ed indolore. Non può essere che ciò che la Natura stabilisce da milioni di anni per ciascun essere sia improvvisamente divenuto solo fonte di follia, di vergogna, di imbarazzo; in ogni forma corporea la Natura pone anche un "genio", un sapiente elemento che conosce, molto meglio della nostra incosciente volontà, il punto di equilibrio, quella che definiamo la nostra "magrezza originaria". E rispetto a ciò poco valgono, io ritengo, i diktat della TV, delle riviste alla moda o dei santoni dell’ultimo giorno. Una Dieta non può non tenere conto di una dimensione psichica che si riflette anche nella scelta dei cibi, nei ritmi di alimentazione, nei "rituali" che l’uomo, da sempre, celebra a tavola. Prima di decidere "a tavolino" quanto corpo sia in eccesso o in difetto è bene ricordarsi che ogni "genio", come in ogni favola che si rispetti, può dispensare doni e regali come sofferenze e supplizi.
Dott.Mario Bianchini

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