Bolla o non bolla?


I record dei mercati azionari. Il rischio di una bolla speculativa. Il portafoglio strategico
Bolla o non bolla?
I mercati internazionali sono ai massimi storici. Da ormai quasi un decennio (dopo il crack di Lehman Brothers), i mercati azionari ed obbligazionari sono in crescita continua. In alcuni casi (USA, Germania, Regno Unito) sono ai record storici, in altri (Giappone e Italia) pur essendo ancora lontani dai massimi, hanno recuperato livelli importanti che non si vedevano da anni. Le domande che si pongono i risparmiatori oggi sono: le quotazioni sono giustificate dall’andamento dell’economia e dallo stato di salute delle aziende? Quanto durerà? Ma soprattutto: siamo in una bolla? E, se si, quando e con che violenza scoppierà?
A queste domande nessuno è in grado di dare una risposta; gli analisti finanziari possono fare valutazioni che però sono inficiate dalle aspettative, a volte irrazionali, di una crescita continua e duratura dei valori. Anzi, l’euforia dei broker è uno di quegli indicatori definiti contrarian perché statisticamente più è alta maggiori sono le possibilità di una correzione.
Diventa più importante un’altra serie di domande: cosa fare adesso? Come investire i prop ri risparmi? Comprare a questi livelli o aspettare una discesa?
Incominciamo con una definizione: la bolla speculativa è una fase di mercato caratterizzata da un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi, dovuto ad una crescita della domanda repentina e limitata nel tempo. Non c’è alcun dubbio che i prezzi siano cresciuti tantissimo, Wall Street si appresta a chiudere il nono anno consecutivo di rialzi e le quotazioni dei titoli americani e delle altre borse sono elevate; ma possiamo affermare con altrettanta sicurezza che tali aumenti siano ingiustificati?
Ma allora perché dovrebbe scoppiare quella bolla?
E’ dal 2013 che alcuni esperti sostengono che siamo in una bolla con il rischio per i risparmiatori di incorrere in perdite pesanti. Chi però si è fatto spaventare da questi allarmi ha rinunciato alle performance offerte nel frattempo dai mercati. Anche se fossimo in una bolla speculativa non è detto che la stessa "scoppi" subito. La fretta di uscire dai mercati rischia di far perdere le performance, come successe alla fine degli anni ’90, quando Greenspan, Governatore della Federal Reserve, metteva in guardia contro i potenziali rischi di sopravvalutazione dei mercati, con la famosa espressione "esuberanza irrazionale". Tuttavia solo nel 2000, 4 anni dopo, con l’arrivo della crisi economica mondiale e dell’high tech, le quotazioni iniziarono a sgonfiarsi. Durante tutti quegli anni chi attese un crollo imminente perse il treno di uno dei più grandi rialzi della storia.
Il consiglio che un bravo consulente finanziario deve dare ai propri clienti è di costruire un portafoglio strategico di investimenti che non tenga conto dell’attuale situazione dei mercati finanziari, ma esclusivamente dei propri obiettivi, dell’orizzonte temporale e della propensione al rischio, ovvero della capacità di sopportare perdite di valore del proprio investimento, tenendo conto del peggiore scenario possibile, e di non esporsi mai a rischi superiori a quelli che si è disposti a correre. La cosa più importante di un buon investimento è la coerenza, quindi bisogna perseguire i propri obiettivi indipendentemente da quello che accade sui mercati; eventualmente si può creare un portafoglio tattico per sfruttare i momenti favorevoli del mercato; tale portafoglio, con una esposizione al rischio maggiore, deve necessariamente essere di importo limitato.
Un portafoglio troppo aggressivo rischia di essere falcidiato da una crisi forte e duratura dei mercati, un portafoglio eccessivamente prudente rischia di perdere le opportunità che sui mercati si trovano. Il pericolo per un risparmiatore è di essere troppo aggressivo nelle fasi di rialzo dei mercati, quando si tende a sottovalutare il rischio di un’inversione di tendenza, e troppo prudente dopo una fase di ribasso, magari perché scottato dalle perdite subite. Compito del consulente è nel primo caso di frenare l’eccessivo ottimismo, nell’altro di far capire la differenza tra una giusta prudenza ed un’irrazionale paura di investire.

I mercati finanziari sono incerti per definizione. Nessuno può dire se nei prossimi mesi saliranno o scenderanno, nè tantomeno se siamo in una bolla speculativa e se e quando questa scoppierà. Di certo, la paura di perdere può essere altrettanto dannosa che l'avidità di guadagno. Per questo è necessario un buon progetto di investimento ed una verifica continua nel tempo della sua corrispondenza alle esigenze del risparmiatore.

Articolo del:


di Giovanni Brunetti

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