Attacco di panico, come si cura


Un metodo efficace è l’utilizzo dell’E.M.D.R. (elaborazione e desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari)
Attacco di panico, come si cura
"Sono in macchina, sto guidando e improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, mi assale una forte tachicardia, mi fermo perché faccio fatica a respirare, inizio a sudare e il mio corpo trema". Penso: adesso sto per morire! Man mano che il tempo passava mi sono calmata e sono tornata a casa, ero molto spaventata. Ho deciso di andare dal medico di base per raccontargli cosa mi è accaduto, abbiamo parlato e mi ha prescritto dei farmaci".
Questo è un esempio di quello che può succedere quando compare un attacco di panico.
E’ una sensazione che arriva improvvisamente, senza apparentemente nessun motivo che lo possa giustificare. La persona prova tachicardia, sudorazione, brividi, senso di soffocamento o di difficoltà respiratorie, si è invasi dalla paura di impazzire o di morire e dalla sensazione di perdita di controllo.
Il problema dell’attacco di panico è che i sintomi sono vissuti come veri, manca di solito la consapevolezza del come se ... "mi sento come se stessi morendo", diventa "sto morendo" ma non è così. E’ molto importante aver presente che nell’attacco di panico tutto quello che si prova è come se ... anche se tutto sembra reale quindi è vera la mia sensazione di soffocamento ma non sto morendo! Infatti appena ci si riesce a calmare il respiro torna normale.
Il panico può essere definito come l’espressione dell’ansia che si manifesta con episodi intensi e improvvisi apparentemente non collegati a cause specifiche. Esso è accompagnato da pensieri ed emozioni negative tali da cambiare la vita di una persona limitandola nelle azioni quotidiane. La paura è una delle emozioni che più si fa sentire tanto da innescare il cosiddetto "circolo della paura": non percorro più quella strada, non esco perché ho paura di riprovare paura, penso che mi possa risuccedere.
Molti pensieri limitanti iniziano a formarsi nella mente ed a essere applicati alla quotidianità: non esco perché potrebbe risuccedermi, non parlo dell’accaduto perché mi vergogno, sono un debole, non sono più quello di prima ecc. Tutto questo (i pensieri negativi, la paura, le convinzioni su di sé che si formato, le limitazioni che s’insediano) modifica in negativo la qualità di vita della persona. Purtroppo dopo questo tipo di esperienza la maggior parte delle persone prova un senso d’incertezza e di fragilità tale da riversarlo su tutta la propria vita.
Ciò che viene perduto è il senso di autonomia e di autoefficacia nella gestione degli eventi della vita e della quotidianità, perdendo così la stima in se stessi e aumentando lo stato d’ allerta.
Le cause dell’attacco di panico sono molteplici: squilibrio biochimico, stress accumulato in vari ambiti della vita, preoccupazioni lavorative, preoccupazioni relative alla salute, alle relazioni sociali, alla famiglia. In altre parole le cause possono essere di natura sociale, relazionale, emotive, fisiche e ambientali. Proprio perché il panico può aver origine da cause molteplici il farmaco da solo spesso non risolve la situazione scatenante anche se aiuta ad affrontare il quotidiano.
Iniziare il trattamento del disturbo da attacchi di panico con la farmacoterapia è sicuramente una buona idea che raggiunge il suo completamento nel momento in cui s’inizia anche una psicoterapia, affrontando cosi il disturbo in tutte le sue parti. La psicoterapia aiuta ad affrontare il disturbo in modo completo restituendo alla persona la sicurezza necessaria per ritornare ad affrontare la vita con un senso di autoefficacia e controllo.
La psicoterapia è composta da una prima fase di raccolta delle informazioni, di comprensione della gravità della situazione, di scambio di informazioni e di spiegazioni (psicoeducazione), di formulazione e analisi delle aspettative e degli obiettivi che si vogliono raggiungere e dalla proposta di un piano terapeutico (contratto terapeutico).
Una seconda fase in cui c’è fiducia reciproca, si forniscono o si recuperano risorse per affrontare il ricordo dell’attacco di panico e la quotidianità. In questa fase il problema viene sviscerato in tutte le sue parti e affrontato.
Terza fase: l’elaborazione è avvenuta, il ricordo non è più accompagnato dal panico, dalla paura, si aprono nuove prospettive per il futuro e si riacquista fiducia e equilibrio.
Uno dei metodi efficaci per affrontare il disturbo da attacco di panico è l’utilizzo dell’E.M.D.R. (elaborazione e desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari). Questo è un metodo efficace per elaborare il ricordo dell’attacco di panico e la paura ad esso collegata, ritrovando così serenità nell’affrontare la quotidianità.
La persona rielabora il ricordo (attraverso il movimento degli occhi da sinistra a destra e viceversa, collegando cosi il lavoro dei due emisferi cerebrali sarà possibile elaborare la memoria traumatica dell’attacco di panico avuto), rivede quanto accaduto in passato, da un significato al suo vissuto, trova nuove prospettive e prova nuove sensazioni ed emozioni per il futuro. E’ possibile così affrontare ed elaborare il ricordo in tutte le sue parti: emotive, cognitive e fisiche.
A tutti può accadere di fare un’esperienza di attacco di panico, l’importante è sapere che l’esperienza in sé sarà qualcosa di temporaneo e ciò che l’attacco di panico lascia (sfiducia in se stessi, paure, pensieri negativi, senso d’impotenza ecc.) può essere elaborato e superato.
La fiducia verso il terapeuta, una buona motivazione personale nel seguire una psicoterapia ed eventualmente anche l’uso di farmaci per attenuare i sintomi sono le basi per affrontare e risolvere il disturbo da attacco di panico.

Articolo del:


di Dott.ssa Carmen Scantamburlo

L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse