Analisi di portafoglio: a cosa serve? Spiegato in 3 punti

Effettuare un'analisi dei propri investimenti è una procedura fondamentale che ogni investitore dovrebbe compiere con periodicità almeno annuale. Ma come funziona e a cosa serve realmente questa diagnosi di portafoglio?
1. Il tutto si basa sul concetto di frontiera efficiente: la combinazione di fondi di investimento che, tenendo in considerazione un periodo storico più o meno ampio, va ad intersecare tutte le possibili combinazioni di titoli con l'obiettivo di individuare quelle migliori nel rapporto tra rischio (inteso come volatilità, oscillazione dei prezzi) e rendimento (l'effettivo guadagno dato dagli investimenti).
Sostanzialmente, un portafoglio che ha un rischio del 5% ed un rendimento medio annuo del 10% sarà senza dubbio migliore di un portafoglio con stesso rischio ma rendimento pari all'8%.
Analizzando i dati storici conseguiti dai vari fondi negli anni passati si arriva ad individuare la frontiera efficiente, rappresentata dalla linea blu.
2. A questo punto (qualora vi sia già un portafoglio esistente da poter analizzare) si va a ricercare, in base all'andamento storico dei fondi posseduti, il risultato ottenuto in termini di rischio/rendimento. Nell'esempio in figura il portafoglio risulta essere inefficiente: con un rischio atteso dell'11%, il rendimento risulta circa un 4%.
Un portafoglio efficiente...
- con lo stesso grado di rischio, avrebbe dovuto rendere quasi un 6%;
- con lo stesso rendimento atteso, avrebbe dovuto avere un rischio atteso di poco superiore al 7%.
3. Quando le somme investite cominciano ad essere importanti, un'analisi del genere va compiuta in maniera periodica (meglio se semestrale), in modo da efficientare il portafoglio di investimento e, diminuendo le oscillazioni, migliorare il rendimento finale.
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