Come curare la rupofobia, la paura dello sporco

Pare che anche il famoso primo ministro britannico Winston Churchill soffrisse di rupofobia e che, per tale ragione, passasse molto più tempo del necessario nella sua vasca da bagno.
Ma cos’è la rupofobia? Il nome potrebbe non essere molto conosciuto, eppure sono molte le persone che soffrono di questo disturbo ossessivo compulsivo che genera, nella persona che ne soffre, una persistente e continua pulizia della propria persona e degli ambienti che la circondano.
Indice:
Cos’è la rupofobia
La rupofobia è la paura dello sporco. Parola di origine greca (dal greco rùpos, “sudiciume” e “phóbos”, paura), indentifica una ossessione che spinge la persona che ne soffre a pulire se stessa e l’ambiente che la circonda in maniera maniacale e continua. E’ un esempio di atteggiamento rupofobico, abbastanza comune, il continuo lavaggio delle mani o della propria casa.
E’ un disturbo ossessivo compulsivo che mette in moto nella persona una serie di rituali costanti per placare l’angoscia interiore e prevenire l’ansia scatenata dal contatto con lo sporco.
Potrebbe cominciare come una semplice “fissa” per l’igiene, eppure se il disturbo non viene affrontato e curato tempestivamente può trasformarsi in un disagio invalidante con ripercussioni negative sia in ambito familiare, che sessuale e professionale.
Altri termini per identificare lo stesso disturbo sono “misofobia” (dal greco "mysos", che significa sporco) o “germofobia” (fobia dei germi) che identificano il comportamento di colui che ha il terrore di sporcarsi per paura di contrarre una dannosa malattia.
In sintesi, la rupofobia o misofobia è la paura di entrare in contatto con lo sporco o con oggetti non perfettamente igienizzati considerati fonti di contaminazione capaci di scatenare le malattie.
I sintomi comportamentali della rupofobia
I sintomi comportamentali della rupofobia sono gli atteggiamenti e le azioni messe in atto da chi soffre di tale disturbo.
La natura ossessivo compulsiva della rupofobia genera nell’individuo fobico atteggiamenti che si possono identificare nel modo seguente:
1. Comportamenti e rituali ossessivi frequenti come la mania del lavaggio, della pulizia e della sterilizzazione del proprio corpo o degli ambenti in cui si vive;
2. Ossessioni e pensieri negativi legati al pericolo alla salute per sé e per i propri familiari dovuto al contatto di oggetti o sostanze tossiche o contaminate da germi;
3. Rituali effettuati con la credenza di poter così controllare ed esorcizzare il rischio di insorgenza di malattie per sé e per chi vive accanto;
4. Evitare luoghi e situazioni in cui si potrebbe venire in contatto con lo sporco, innescando un meccanismo di evitamento che, nei casi peggiori, potrebbe far decidere alla persona di non uscire di casa;
5. Evitare il contatto fisico con le persone (come anche una semplice stretta di mano) con eventuali ripercussioni negative anche a livello sessuale con il partner;
6. Tendenza al controllo e al perfezionismo;
7. Tendenza all’ipocondria con il ricorso alle visite mediche in maniera frequente nonostante diagnosi precedenti rassicuranti.
Dai sintomi appena elencati è possibile immaginare come, nelle forme di rupofobia più intese, la vita familiare, sociale, professionale, e addirittura anche quella sessuale, possono essere compromesse e limitate.
I sintomi fisici della rupofobia
Come ogni fobia, anche la rupofobia scatena reazioni fisiche somatiche legate a uno stato di ansia e angoscia (addirittura gli attacchi di panico), e genera nel soggetto che ne soffre un atteggiamento di “lotta o fuga”.
L’atteggiamento conosciuto in ambito psicologico come “lotta o fuga” è la reazione che si scatena nell’individuo quando deve affrontare un pericolo. Se pensiamo all’uomo primitivo, la reazione all’attacco di un animale feroce poteva essere quello di affrontare la belva (nella speranza di avere il sopravvento) oppure di fuggire per mettersi in salvo.
Ugualmente, nelle fobie, dove il pericolo non è reale o imminente ma è percepito come tale, si potrebbe scatenare lo stesso meccanismo “lotta o fuga”.
Le reazioni fisiche generate dall’adrenalina e dall’ansia del soggetto che soffre di rupofobia sono, dunque:
• Tachicardia;
• Tremori
• Brividi;
• Affanno e sensazione di soffocamento;
• Senso di svenimento o vertigini;
• Secchezza delle fauci;
• Nausea o vomito;
• Confusione mentale;
Le cause della rupofobia
Come per tutte le altre fobie, anche le cause della rupofobia non sono immediatamente riconoscibili e possono avere origine da eventi traumatici del passato, così come da schemi mentali appresi nel corso dell’infanzia o della crescita. Si potrebbe associare, comunque, anche un fattore caratteriale.
La caratteristica principale della rupofobia è, però, l’ossessione per la pulizia, emblema di un atteggiamento mirato a voler eliminare qualcosa che non si accetta e che non si vuole accettare.
Il gesto del “lavaggio” può rappresentare il desiderio inconscio di rimuovere “lo sporco” interiore. E “lo sporco” può essere un evento negativo del passato, un ricordo doloroso, un aspetto di sé che non si accetta, ecc…
Alla base della fobia potrebbe esserci un senso di inadeguatezza nei confronti delle persone che ci circondano o una insoddisfazione latente. Secondo la psicoanalisi junghiana, ciò che vorremmo “lavar via” sono alcuni aspetti nascosti della propria personalità che non accettiamo, le ombre che esistono e che vorremmo eliminare.
Come curare la rupofobia
Avendo una natura psicologica, il trattamento migliore per affrontare la paura dello sporco è una terapia cognitivo comportamentale che faccia sia emergere le cause del disagio, sia gestire le reazioni ansiogene.
Grazie alla terapia cognitivo comportamentale, il paziente impara a riconoscere gli schemi mentali negativi e li razionalizza riuscendo a spezzare il circolo vizioso ansiogeno.
Accanto alla terapia psicologica potrebbe essere necessaria, nelle prime fasi, anche una terapia farmacologica e i farmaci generalmente utilizzati sono le benzodiazepine, gli antidepressivi triciclici, i beta-bloccanti, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori delle monoamino ossidasi (MAOI).
Se soffrite di rupofobia è consigliabile fin da subito iniziare una terapia cognitivo comportamentale con uno psicologo. Cercate nel nostro sito il professionista più vicino a te. Il primo contatto in studio è gratuito!
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