Le motivazioni di maggior conflitto tra gli ex coniugi


Ecco quali sono alcune delle più ricorrenti tipologie di conflitto che si trovano ad affrontare le coppie separate
Le motivazioni di maggior conflitto tra gli ex coniugi

“Amici mai”, cantava Antonello Venditti. Eppure ci sarebbero tanti ottimi motivi per rimanere in buoni rapporti con l’ex coniuge dopo la separazione o, per citare lo scrittore Diego De Silva, per “divorziare con stile”.

La fine di un matrimonio è senza dubbio un evento traumatico che, per certi versi, può essere paragonata a un vero e proprio lutto. C’è da gestire la rabbia, la delusione, la frustrazione e a seguire ci sono da affrontare problemi legali, economici e relazionali.

 

 

 

I 6 stadi della separazione

L’antropologo americano Paul James Bohannan ha individuato 6 stadi che una coppia deve attraversare per elaborare una separazione: emotivo, legale, economico, comunitario (rottura dei rapporti con amici comuni), genitoriale e, per ultimo, quella psicologico che determina una definitiva separazione di sé dalla personalità e dall’influenza del coniuge.

É interessante notare che, secondo la suddetta prospettiva, la fase “legale” si colloca solo per seconda, non oltre la metà del processo quindi.

Questo significa che, una volta definita in Tribunale la separazione, con un accordo omologato in caso di separazione consensuale o con una sentenza in caso di procedimento giudiziale, la partita non può dirsi chiusa, anzi.

A mio parere, dalla corretta gestione della fase “legale” dipendono più che mai le sorti delle successive altre 4 fasi sopra descritte.

L’esperienza dimostra, infatti, che se condotta in maniera equilibrata, la separazione può addirittura portare, nel lungo periodo, benefici a tutta la famiglia, soprattutto in presenza di figli.

Vediamo ora quali sono alcune delle più ricorrenti tipologie di conflitto che si trovano ad affrontare le coppie separate.

 

 

1) Il mantenimento

Le discussioni sulla corresponsione del mantenimento sono notoriamente il più frequente terreno di scontro tra ex coniugi.

Su questo punto, è facile cadere nella trappola delle “guerre di posizione”. Da una parte, l’accusa di disinteresse verso le esigenze dei figli, tipica del genitore collocatario, dall’altra la percezione del genitore non collocatario di essere considerato alla stregua di “un bancomat” con conseguente diffidenza sulle modalità di utilizzo da parte dell’ex coniuge delle somme erogate a titolo di mantenimento.

La verità è che purtroppo la separazione produce una serie di importanti diseconomie che spesso sono sottovalutate dai “contendenti”.

Fatta questa premessa, è ormai noto come l’omesso versamento dell’assegno di mantenimento, oltre a costituire un inadempimento di tipo civilistico, può avere ripercussioni in sede penale configurando, in presenza di alcune condizioni, il reato di cui all’art. 570 c.p.

Per fare in modo che l’accordo sul mantenimento sia rispettato è fondamentale che lo stesso sia equilibrato e costruito su misura per i coniugi e per la famiglia.

É poi auspicabile che il coniuge tenuto a corrispondere il mantenimento abbia condiviso (o quanto meno accettato) la scelta sull’importo da versare e, per quanto riguarda il mantenimento dei figli, che le parti siano state rese edotte sul regime delle spese straordinarie per le quali, di prassi, si rinvia al Protocollo, di cui coniugi devono avere contezza, in uso presso il Tribunale territorialmente competente.

 

 

2) Screditare l’ex coniuge

Altra tentazione a cui bisognerebbe resistere è quello di screditare l’ex coniuge. Si tratta di un comportamento da stigmatizzare soprattutto in presenza dei figli.

La tematica è stata affrontata recentemente dal Tribunale civile di Roma che ha condannato a 30.000,00 euro di multa una mamma che parlava male dell’ex marito (Cfr.  Trib. di Roma sent. 18799/16).

Nel caso in questione, i Giudici hanno accertato che la madre, che aveva l’affidamento esclusivo del figlio minore, non avrebbe cercato di riavvicinare il bambino al padre, agendo invece in senso opposto, screditando il marito. Nella sentenza c'è anche un monito alla mamma perché si adoperi per favorire il "recupero del ruolo paterno", necessario per salvaguardare la serenità del ragazzo e il diritto alla bigenitorialità.

La citata pronuncia sembra rafforzare il principio secondo cui un comportamento rispettoso nei confronti dell'ex coniuge e volto al rafforzamento dei rapporti tra genitori e figlio è fondamentale per mantenere l'affidamento del bambino, in caso di separazione o di divorzio.

 

 

3) Ostacolare il coniuge non affidatario nel diritto di visita – Il caso dell’alienazione parentale

La delegittimazione dell’ex coniuge può, però, andare al di là di un semplice sfogo ed essere invece proprio finalizzata ad ostacolare il diritto di visita e ad estromettere l’ex coniuge dalla vita dei figli.

In situazioni molto conflittuali, non è infrequente che il genitore collocatario, attraverso la costruzione di un falsa realtà familiare, generi nei figli sentimenti di astio e diffidenza verso l’altro genitore. Nei casi più gravi, i minori arrivano a rifiutare qualsiasi tipo di contatto, anche semplicemente telefonico, con l’altro genitore. Il comportamento del genitore affidatario che strumentalizza il rifiuto del minore di vedere l’altro genitore, impedendone così le visite stabilite dal Giudice, costituisce quella che viene definita “alienazione parentale”.  

Si tratta di una condotta grave che può avere rilevanti conseguenze giuridiche.

Dal punto di vista penale la condotta alienante del genitore potrebbe configurare il reato di mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice di cui all’art. art. 388 comma II c.p. o addirittura quello di maltrattamenti in famiglia p. e p. dall’art. 572 del c.p.

Dal punto di vista civile si può richiedere ed ottenere un ammonimento.

 

 

4) Molestie telefoniche e stalking

Tra i possibili conflitti della separazione possiamo includere anche le ripetute chiamate fatte da un coniuge solamente per creare tensione e disagio o per fare polemica. Il suddetto comportamento potrebbe integrare gli estremi del reato di molestie telefoniche per il quale sono sufficienti poche telefonate, anche mute, purché idonee a creare un oggettivo disturbo o fastidio alla persona che le riceve.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n.10904/2020, ha chiarito che le condotte moleste o persecutorie non possono essere scriminate dalla necessità dell’ex coniuge di esercitare il proprio ruolo genitoriale. La Suprema Corte ha così confermato la condanna per stalking nei confronti di un uomo che si era difeso dalle accuse a suo carico invocando il proprio diritto di informarsi sulla vita del figlio, giudicando come strumentalizzata la necessità di fare il padre. In buona sostanza, è doveroso chiedere notizie dei figli ma tale diritto-dovere va esercitato, in ogni caso, nel rispetto della sfera di libertà dell’altro genitore.

 

 

Riflessioni conclusive - Il ruolo di contenimento dei conflitti dell’Avvocato

I casi sopra riportati non sono esaustivi, ma meramente indicativi delle tante situazioni conflittuali che gli ex coniugi si possono trovare ad affrontare durante e dopo la separazione.

Ebbene, è importante che chi è separato o è in procinto di esserlo, sia consapevole del rischio che comportamenti pochi virtuosi possono generare un conflitto continuo che sfinisce i coniugi e che, soprattutto, destabilizza i figli. Bisognerebbe ricordarsi, infatti, che una volta separati si smette di essere coniugi, mentre lo stesso non può dirsi per il ruolo di genitori che deve continuare ad essere esercitato con delle difficoltà aggiuntive sul piano emotivo, organizzativo ed economico. Tali difficoltà non possono essere superate se non attraverso una sapiente operazione di “reinterpretazione dei rapporti familiari”.

Ancora una volta, sottolineo l’importanza del ruolo che noi avvocati rivestiamo in queste situazioni e della nostra funzione, nell’ambito della crisi coniugale, di contenimento dei conflitti familiari, presenti e futuri, che parte, a mio parere, in primo luogo dalla responsabilizzazione della parte che si assiste.


Avv. Giulio Del Pizzo

 

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