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La separazione della coppia con figli


Possiamo concentrarci cercando un colpevole, possiamo anche aprirci per comprendere il messaggio che la separazione vuole trasmettere attraverso una visione sistemica
La separazione della coppia con figli

Quando ci si separa, specie se si hanno figli, sovente la prima cosa che viene in mente è il legale a cui fare riferimento per ‘tutelare’ i propri ‘interessi’. Ma la separazione comporta sempre tre aspetti: uno legale e giuridico in quanto normato da leggi; uno relazionale perché si scioglie un legame affettivo; un terzo aspetto gestionale che comprende tutto quello che riguarda il vivere quotidiano, l’educazione e la gestione dei figli e la parte economica.      

In questo articolo desidero ampliare l’aspetto relazionale, portando qualche esempio, in quanto, se non affrontato, ricade inevitabilmente sugli altri due.

Ogni separazione porta con sé un bagaglio di informazioni. Possiamo usare il bilancino o una lente. Se usiamo il primo ‘strumento’, in una società come la nostra, basata sul concetto di merito, di bene e male, di colpevole o innocente, di premi e punizioni, quando la coppia si separa è facile percorrere la strada che porta a trovare il colpevole e i vari appigli su cui si può far leva, anche con azioni legali, per farla ‘pagare’ all’altro. 

Anche se si arriva ad un accordo, dentro rimane comunque del rancore perché le questioni di fondo non sono state affrontate e tutto ciò, inevitabilmente, si ripercuote oltre che sull’altro, anche sui figli e in ultimo anche su se stessi.  Da qui si può ricavare una prima ‘legge’, salvo casi eccezionali: l’interesse del minore non può che passare attraverso l‘interesse di entrambi i genitori, cioè al figlio si deve continuare a garantire rapporti significatici e continuativi con entrambi i genitori garantendo, così, a quest’ultimi di poter esercitare il proprio ruolo genitoriale.  

Se uso invece la lente, allargo il mio campo visivo e comincio a vedere oltre che me stesso, anche chi mi sta attorno. L’individuo non è una figura a sé, ma fa parte di un sistema famiglia che comprende i genitori che lo hanno generato, fratelli, sorelle, parenti propri e dell’ex partner. La persona, quindi, è in legame con un sistema di relazioni e questa è una seconda ‘legge’

La separazione possiamo considerarla anche come sintomo e porci delle domande: chi rappresenta la persona dalla quale mi sono separato o mi sto separando?  Cosa mi ha spinto a rompere la relazione? Che relazione c’è tra la separazione in corso e me stesso? 

Dobbiamo recuperare la nostra natura di esseri curiosi, di voler comprendere, come quando da piccoli continuavamo a chiedere ai nostri genitori: perché... E perché…Così possiamo anche chiederci: Perché è successo a me? Perché le mie relazioni hanno difficoltà? Perché mi sto ammalando dopo la separazione? Questo aiuta a comprendere ciò che è successo, non per trovare qualcosa che non va nel genitore, padre o madre che sia, ma per aprirsi a qualcosa di più ampio che va oltre il concetto moralistico di bene e di male. Infatti, se la nostra società ed educazione è basata  su questa dicotomia, la persona di fatto è composta da una parte fisica, una razionale, una emotiva e una  spirituale animica. Non si può, quindi, considerare solo l’aspetto razionale moralistico dimenticando tutto il resto. 

Tutto ciò che facciamo e che il nostro corpo ci comunica, è frutto di tutti questi aspetti ed è al nostro servizio, è al servizio della vita. Questa possiamo considerarla la terza ‘legge’: ognuno di noi fa il meglio che può con gli strumenti che ha, con le conoscenze che ha, con ciò che vive e che ha vissuto. 

Quando ci si separa, ci sono vari strumenti che possono aiutare la persona nel cammino di crescita e di consapevolezza. Non c’è uno strumento ‘migliore’ dell’altro, tutto ciò che può aiutare la vita è utile, è prezioso. Riporto qualche esempio dalla mia esperienza con l’approccio sistemico.

 

Da chi mi sto separando? 

Durante un incontro è emerso che in realtà Paolo era un gemello superstite e la separazione vissuta nell’utero della madre da suo fratello gemello, l’ha portato nel corso della vita ad avere difficoltà e continue separazioni nelle relazioni, fino all’ultima con sua moglie. Il messaggio che la separazione gli stava dando era quello di prendersi cura del suo fratello gemello del quale ignorava l’esistenza e  che ‘grazie’ alla separazione, ha potuto prenderne consapevolezza.  

 

Chi rappresenta la persona dalla quale mi sono separato o mi sto separando? 

Pamela, separata da 1 anno, non si spiega il comportamento della figlia dodicenne sempre in competizione e arrabbiata con lei. Durante una costellazione emerge questa realtà: l’ex marito, prima di lei, ha avuto una intensa relazione con una donna dalla quale si è separato bruscamente. La figlia, senza sapere niente e senza conoscere la donna, si è identificata con lei. La separazione in questo caso, ha portato alla luce, attraverso il comportamento della figlia, la persona con la quale il padre ha avuto una relazione precedente che si è interrotta  con tensione. Rispettando la donna precedente, in quanto è arrivata prima, e grazie al fatto che la relazione finita ha permesso a lei di avere una figlia con lo stesso uomo, la figlia può prendere sua madre come ‘unica’ madre e considerarla solo lei la ‘giusta’ madre  liberandosi dalla identificazione con l’altra donna.

      
Perché ho difficoltà nella relazione?

Angelo, invece, separato, ha difficoltà a stare con suo figlio e la sua ex moglie si lamenta dicendo: “non lo curi abbastanza”. Cosa emerge? Da poco Angelo ha vissuto il lutto della perdita di una sorella per incidente, il tutto accaduto in modo repentino.  Dopo aver portato alla luce questo evento e avergli dato spazio e tempo per ‘piangere’ la perdita, ora Angelo può dedicarsi alle cure del figlio.  

La separazione per chi lo desidera, è sempre un processo di consapevolezza, cambiamento, crescita che si fonda sul tempo per elaborare il lutto, il dolore della perdita e sullo spazio, come luogo sia interiore che fisico in cui dedicarsi a comprendere e far evolvere sempre più la propria persona e quelle accanto, in primo luogo i figli.
 

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