Il Mediatore familiare, una figura specializzata

Causa di ciò una scarsa conoscenza dell’istituto dovuta al fatto che attualmente in Italia non esiste un Albo o un Ordine dei mediatori familiari. Attualmente i Mediatori familiari fanno riferimento alla legge n. 4 del 2013, che detta le disposizioni per le "professioni non regolamentate" ed alla norma UNI 11644 del 2016 che definisce i requisiti relativi all’attività professionale del Mediatore familiare in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche.
La norma definisce anche i programmi relativi alla formazione del mediatore, al fine di garantire all’utenza un certo livello qualitativo di formazione e professionalità.
Non esistendo un ordine o un albo, i Mediatori Familiari che vogliono svolgere la professione con competenza e professionalità, dopo aver frequentato una Scuola di specializzazione biennale in Mediazione Familiare (che prevede oltre alle lezioni in aula, lo svolgimento di un tirocinio presso una struttura pubblica o privata ed un esame finale), provvedono ad iscriversi ad una delle associazioni di rilievo nazionale come: l’A.I.me.F., A.I.M.S., S.I.M.E.F., ecc... L’iscrizione ed il mantenimento della qualifica come socio dell’associazione comporta dunque l’aver conseguito delle certificazioni (laurea in giurisprudenza o psicologia e titolo abilitante alla professione di Mediatore F.) e una formazione continua consistente in determinate ore annuali d’ aggiornamento e di supervisione (gruppi di mediatori familiari che si riuniscono per discutere dei casi che hanno trattato e che sono risultati essere un po’ più complicati).
Vediamo nel concreto chi è il Mediatore Familiare e cosa fa.
Il Mediatore Familiare è un professionista che interviene in un conflitto o in una lite familiare come terzo imparziale e neutrale con lo scopo di mettere in relazione le parti, di aprire una comunicazione e facilitarle nel trovare una soluzione al loro problema.
Il Mediatore per mettere in comunicazione le parti utilizza però determinate tecniche, di comunicazione e di negoziazione che servono a facilitare e guidare le parti nel raggiungere un accordo, ciò non significa assolutamente decidere la controversia al posto delle parti ma significa aiutare le parti a negoziare un accordo che sia condiviso, che soddisfi cioè i bisogni e gli interessi di entrambe. Il Mediatore non è dunque un giudice perché non giudica e non decide nulla. Quale esperto della comunicazione e della gestione dei conflitti, deve essere pronto ad affrontare non solo quelli che sono i risvolti emotivi e pratici legati alla conflittualità familiare, ma più in generale ogni situazione che potrebbe richiedergli delle conoscenze proprie di altre professioni come: quello dello psicologo, del consulente familiare, del giurista, del ragioniere, del pedagogista familiare. Ed è per questo che deve ritenersi una professione complessa che non può essere svolta senza un’adeguata formazione e preparazione.
Dott.ssa Maria Antonietta Canestrino, Mediatrice Familiare e sociale, Codroipo (Ud).
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