I costi di una successione


Quanto costa ereditare? A quali voci di spesa bisogna prestare attenzione?
I costi di una successione
Non sono rari i casi un cui un'eredità, dal punto di vista economico, può rivelarsi economicamente gravosa e comportare delle spese spesso impreviste.
I due ordini di fattori da tenere in considerazione prima di affrontare una pratica di successione sono:
i debiti del defunto
le imposte ed i costi connessi alla successione.
I debiti rimasti insoluti al momento del decesso impongono per il chiamato all'eredità una valutazione di tipo preliminare sull'opportunità di accettare o meno l'eredità.
Il chiamato, infatti, accettando l'eredità, subentra nell'intera posizione giuridica del de cuius, acquisendone le attività ed i debiti.
L'accettazione d'eredità è irrevocabile.
In presenza di passività che superino l'attivo ereditario, quindi, potrà ritenersi opportuno rinunciare all'eredità con espresso atto che viene ricevuto dalla cancelleria del tribunale competente o dal notaio.
La decisione, sul punto, non è scontata, poiché il chiamato potrebbe decidere di fare fronte alle passività del defunto per una serie di ragioni, quali ad esempio, l'interesse per determinati immobili (o quote d'immobili) ricadenti in successione, oppure la conservazione dei beni personali appartenenti al caro estinto.
Nell'incertezza circa le condizioni patrimoniali del defunto, potrà consigliarsi un'accettazione con beneficio d'inventario, la quale limita le responsabilità dell'erede ai debiti che possono essere pagati con le sostanze ricavabili dalla successione o dalla vendita dei beni ereditari, senza che si verifichi la temuta commistione tra il patrimonio del defunto e quello dell'erede.
L'accettazione con beneficio d'inventario è particolarmente adatta, ad esempio, nei casi in successione ricadono aziende, oppure quando vi è notizia di pretese di creditori personali o dell'amministrazione finanziaria, nonchè quando vi sono cause pendenti dall'esito imprevedibile.
In ogni caso, quando beneficiari di un'eredità sono dei minorenni, per svolgere la pratica di successione è necessaria l'autorizzazione del Giudice Tutelare, che valuterà l'attivo e il passivo ereditario prima di acconsentire all'istituzione di erede in capo al minore ed stabilirà le modalità d'impiego dei proventi ereditari.
Anche in presenza di una successione attiva vanno considerati, tuttavia, dei costi ineludibili che, possono ridurre di molto il ricavo economico del trasferimento mortis causa ed, in taluni casi, azzerarlo.
Se in successione ricadono degli immobili, ad esempio, andranno valutati, oltre ai costi di gestione ed agli eventuali arretrati di spesa, quelli di trasferimento collegati alla pratica successoria, determinati dall'imposta ipotecaria e da quella catastale (complessivamente il 3% del valore catastale).
Sempre in relazione agli immobili, si dovrà tener conto di eventuali aggravi (ipoteche) o di pignoramenti su di essi insistenti, quindi un esame preventivo presso i pubblici registri immobiliari è essenziale.
Andrà calcolato l'ammontare dell'eventuale imposta di successione che, in base al grado di parentela col defunto, può oscillare tra lo 0% (figli coniuge sino ad un milione di Euro, fratelli e sorelle sino a centomila Euro) e l'8% (parenti oltre il quarto grado e non parenti) dell'attivo ereditario.
Si dovrà, infine, tener conto dei costi della pratica successoria in sé, la quale, in base alla tipologia beni ricadenti nell'asse ereditario, può coinvolgere una o più figure professionali diverse ed ulteriori da quella chiamata a svolgere la dichiarazione di successione e gli adempimenti successivi (notaio, avvocato o altro professionista).
La presenza di terreni edificabili nell'asse ereditario, ad esempio, comporterà la necessità di una valutazione di stima (a cura di un geometra, perito, ecc.), indispensabile anche per l'esistenza di cassette di sicurezza e preziosi vari (a cura di un perito gemmologo o altro stimatore); un'azienda, analogamente, dovrà essere valutata e gestita nella sua fase di trasferimento o di chiusura (a cura di un ragioniere / dottore commercialista o altro professionista); gli investimenti in prodotti finanziari di natura più articolata potranno rendere consigliabile l'impiego di un un consulente finanziario.


Articolo del:


di avv. Roberto Biasoli

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