Covid per i figli, chi decide?
La mamma vuole vaccinare la figlia 16enne, il padre no, la controversia viene risolta dal Tribunale di Lagonegro: con il provvedimento del 7 gennaio u.s.:il vaccino va fatto quando ha una base legale e uno scopo legittimo e serve ad una società democratica.
Il patto di solidarietà fra individuo e comunità previsto dalla Costituzione non opera soltanto dalla seconda verso il primo, ma anche in senso inverso .Il provvedimento del Tribunale di Lagonegro cita una recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, paladina delle libertà individuali.
Il Giudice ha nominato un curatore speciale, visto il conflitto di di interessi fra genitori, ed ha ascoltato la ragazza, la quale ha espresso parere favorevole, tenuto in debita considerazione in base alla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo.
È grazie a Strasburgo che il genitore può far vaccinare il minore contro la volontà dell’altro - Cassazione.net
Interferenza sì, ma legittima, nella vita privata. Il vaccino s’ha da fare quando ha una «base legale» e uno «scopo legittimo» e serve «a una società democratica»: uno dei genitori, dunque, è autorizzato a firmare da solo il consenso informato per la somministrazione al minore del siero anti Covid, nonostante il parere contrario dell’altro.
Conta invece la volontà del figlio, che è un grande minore. Di più: il patto di solidarietà fra individuo e comunità previsto dalla Costituzione non opera soltanto dalla seconda verso il primo ma anche in senso inverso. È quanto emerge dal provvedimento emesso il 7 gennaio dal tribunale di Lagonegro, che cita una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, la paladina delle libertà individuali, su nove vaccinazioni obbligatorie introdotte dalla Repubblica Ceca per i minori.
Rolling review
Vittoria per la mamma: può portare la figlia al centro vaccinale. La ragazza, ormai, ha compiuto sedici anni: il giudice ha nominato un curatore speciale, visto il conflitto d’interessi fra i genitori, ma l’ha sentita sulla questione-vaccino. E il parere favorevole espresso dalla teenager va tenuto in debita considerazione in base alla convenzione Onu sui diritti del fanciullo. Nessun dubbio che nel rapporto costi-benefici la bilancia penda dalla parte dei secondi nell’immunizzazione anti Sars-Cov-2: lo conferma il studio dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, realizzato a valle della campagna vaccinale. È vero: i sieri sono stati elaborati in tempi record, ma la procedura rolling review, con l’esame dei risultati da parte delle agenzie regolatorie man mano che venivano prodotti, ha garantito «una valutazione più veloce ma ugualmente completa».
Obbligatorietà possibile
Pesa anche il patto di solidarietà che lega individuo e comunità di cui all’articolo 2 della Costituzione che la Consulta ha ricordato nella sentenza 118/20. Chi si vaccina, osserva il giudice, contribuisce a proteggere gli strati più deboli della popolazione, specie coloro che non possono farsi somministrare le dosi, e a sgravare il sistema sanitario nazionale, migliorando di riflesso le prestazioni. E quando i vaccini sono accettati dall’intera comunità scientifica, spiega la Corte di Strasburgo, si può scegliere di renderli obbligatori.
Articolo del: