Riforma pensioni 2022


In questo articolo affrontiamo la riforma pensioni 2022
Riforma pensioni 2022

Riforma Pensioni 2022

Cosa succederà alla riforma pensioni con il tramonto di Quota 100? È la domanda che tutti si stanno ponendo in vista del termine di una delle possibilità di uscita anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, concessa fino al 31 dicembre 2021

I dubbi su cosa accadrà nel 2022 sono stati sciolti nel corso della conferenza stampa di presentazione delle misure in Legge di bilancio 2022, nel corso della quale il premier Mario Draghi e il ministro del lavoro Andrea Orlando hanno spiegato per filo e per segno gli obiettivi del 2022 e quelli a medio termine.

Riforma pensioni 2022: opzione donna a 58 anni

L’iniziale ipotesi di innalzare l’età minima per accedere a opzione donna a 60 anni è sfumata. L’ulteriore gradino che avrebbe aumentato la soglia minima dai 58 anni ai 60 per le dipendenti e da 59 a 61 per la autonome, è stato ufficialmente messo da parte con una riunione sulla Manovra di bilancio, tenutasi il 9 novembre a Palazzo Chigi.

A quanto si apprende la riunione si è chiusa con un accordo sulla modifica della norma contenuta in Legge di bilancio. La soglia d’età torna quindi ad essere abbassata, come aveva anche anticipato il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando.

Nella ipotesi iniziale l’età per Opzione donna si alzava a 60 anni: con questo accordo invece vengono confermati gli attuali requisiti di pensionamento anticipato con 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome.

Riforma pensioni 2022: le novità della Legge di bilancio

Negli scorsi giorni si è consumato lo scontro con i sindacati, che hanno contestato la mancanza di un orizzonte chiaro per la prossima riforma del sistema previdenziale.

Le novità sulla riforma pensioni inserite in Legge di bilancio ed enunciate dal ministro Andrea Orlando durante la conferenza stampa sulla Manovra non lasciano però spazio a dubbi sugli obiettivi del governo Draghi:

  • cancellazione di Quota 100 al 31 dicembre 2021;

  • introduzione per il 2022 del pensionamento con Quota 102;

  • graduale ritorno alla riforma Fornero (tutti in pensione a 67 anni di età).

Per le pensioni l’impegno del governo è tornare in pieno al contributivo. Si prevede una transizione al Quota 102, abbiamo rafforzato opzione donna e Ape sociale e ampliato la gamma dei soggetti che possono utilizzarla”, ha spiegato Draghi nelle prime battute della conferenza stampa di presentazione della Manovra economica, tenutasi nella serata del 28 ottobre.

Si legge infatti all’articolo 23 del testo della Manovra: “I requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui al primo periodo del presente comma sono determinati in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022. Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente alle predette date, ferme restando le disposizioni del presente articolo”.

In poche parole non si andrà più in pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi, bensì con 64 di età e 38 di contributi: ecco perché Quota 102.

Riforma pensioni 2022: quota 102 - 104

Con l’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio, ovvero l’ossatura della prossima manovra, arrivano nuovi dettagli sulla riforma delle pensioni e sulle proposte per il superamento di Quota 100. Il 31 dicembre 2021, infatti, la misura pensionistica introdotta dal governo giallo-verde terminerà.

Vengono stanziati 2 miliardi di euro a tal fine, che andranno a estendere la platea dei lavori gravosi permettendo così l’uscita anticipata dal lavoro a un numero maggiore di lavoratori, mentre potrebbe essere esteso anche il contratto di espansione.

Un’altra proposta sulla quale in governo è ancora al lavoro riguarda Quota 102, che permetterebbe di andare a pensione a 64 anni con 38 anni di contributi. Sarebbe in ogni caso una misura ponte verso Quota 104, che arriverà dal 2023.

Riforma pensioni 2022: nuovi lavori gravosi

Il nuovo elenco delle mansioni gravose passa da 65 a ben 203 attività pesanti: dai macellai ai portantini, dai bidelli ai falegnami fino ai tassisti, insegnanti di scuola primaria e cassieri.

Grazie a questa revisione molti più lavoratori esposti a stress lavorativo potrebbero uscire da lavoro allo scoccare dei 63 anni, anzichè i normali 67 previsti dalla pensione di vecchiaia, grazie all’Ape sociale, che consente l’anticipo della pensione grazie all’assegno ponte Inps.

Rispetto alle 15 categorie previste finora sono state scelte altre 27 categorie con un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media. Oggi sono appunto 15 le mansioni gravose a cui è concesso anticipare la pensione. 

Riforma pensioni 2022: flessibilità in uscita

Si muovono intanto le parti sociali. I sindacati in pressing chiedono un programma per superare quota 100, a partire dal 2022. Lo slogan scelto è molto chiaro: “Cambiare le pensioni adesso“. Con questa iniziativa i sindacati puntano i piedi e rivendicano una proposta per rendere l’uscita da lavoro più flessibile, come da tempo si parla.

Lo spauracchio è il gap pensionistico che verrebbe a crearsi dal 2022, con gli ultimi pensionati che escono a 62 anni di età e 38 di contributi e il ritorno alla normale pensione di vecchiaia con 67 anni di età (Riforma Fornero). Uno scalone di ben 5 anni causato dal ritorno alla Legge Fornero secca. 

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di Concettina Gullì

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