Mediatore Familiare: criteri per una scelta consapevole


Il Mediatore Familiare: un professionista ancora sconosciuto nella sua reale competenza
Mediatore Familiare: criteri per una scelta consapevole

C’è sempre stata molta confusione rispetto al termine Mediatore Familiare, perché è una figura professionale che fa ancora fatica ad essere conosciuta e riconosciuta nella sua specifica competenza.

Quando serve un Mediatore Familiare?

Il Mediatore Familiare occorre se c’è una decisione di cessazione di un rapporto di coppia costituita di fatto o di diritto e può essere interpellato in qualsiasi fase della separazione: sia prima che durante o dopo.

Quali sono i suoi compiti?

Ci sono dei passaggi inevitabili a cui una coppia deve far fronte quando si separa e molto spesso il tumulto emotivo impedisce l’obiettività e la serenità necessari, per cui si ricorre all’avvocato come intermediario.

La necessità è quella di stipulare l’accordo da sottoporre alla controparte, definire esigenze, ripartire i beni, ecc.

Ci si rende conto a breve che è una strada economicamente dispendiosa e poco produttiva per tanti motivi, primo fra tutti la mancanza del giusto equilibrio emotivo per cui l’accordo diventa un’arma che posso utilizzare per comunicare tutto il mio dolore e la mia rabbia: una vendetta alla mia frustrazione.

Con queste premesse nessun accordo sarà mai accolto e rispettato e l’esperienza insegna che i figli sono i primi a pagarne il prezzo maggiore.

Da qui la necessità sempre maggiore di una figura professionale adeguatamente preparata per far fronte alle numerose problematiche relative a questo evento.

Esiste un Ente Nazionale Italiano di Normazione (acronimo UNI), un'associazione che definisce i requisiti specifici relativi allo svolgimento delle attività professionali. Il 30 agosto 2016 con la norma 11644 è stata definita la normativa relativa alla Mediazione Familiare. Questo passaggio è di notevole importanza perché ha permesso la definizione del Mediatore Familiare come professionista e non come persona specializzata nella Mediazione Familiare. Differenza comprensibilmente sostanziale.

Mediatore Familiare: criteri per una scelta consapevole

Se devi scegliere un Mediatore Familiare è importante che tu controlli:

- che sia iscritto ad un Registro Nazionale

- che venga da una scuola riconosciuta dall’UNI

- che abbia l’Attestato di Qualità e qualificazione dei servizi di Mediazione Familiare ai sensi della Legge n.4/2013.

Questo ti garantisce che il professionista a cui ti rivolgi abbia competenze, abilità e conoscenze in ambito psicologico, pedagogico, sociologico, in scienza dell’educazione e diritto di famiglia pur non essendo uno psicologo, un educatore o un avvocato. Che sia una persona formata a 360° e abbia ricevuto e continui a ricevere una formazione adeguata che gli permetta di sapere quali sono i suoi precisi compiti. Che sappia anche indicarti altri professionisti lì dove ci sia la necessità di un diverso intervento.

Il Mediatore Familiare lavora con la coppia, ascoltando le richieste di entrambi, attendendo la necessaria presa di coscienza della propria responsabilità di persone e di genitori, per formulare un documento che prima di tutto rispetti l’equilibrio della nuova struttura familiare mettendo al centro il bene supremo dei figli.

L’altro compito del Mediatore Familiare è quello di aiutare la coppia nella riorganizzazione familiare o nella stesura di revisione di accordi precedenti che per vari motivi necessitano di cambiamenti.

Il Mediatore Familiare diventa così quel professionista a cui la coppia può far riferimento come figura obiettiva, al di fuori delle parti, che sta con entrambi e soprattutto ha come principale scopo il benessere dei tuoi figli.

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di Brunella Libutti

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