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La Buona Pratica della Programmazione. La saggezza del Controllo


Per guidare un’azienda non è più sufficiente conoscere le normative contabili e fiscali, ma è necessaria una visione d’insieme adottando i principi del Forward Looking
La Buona Pratica della Programmazione. La saggezza del Controllo

Il Covid-19 non ha solo ulteriormente complicato un contesto di mercato già difficile, ma ha contribuito a farci capire che, ormai, per guidare un’azienda, non è più sufficiente conoscere le normative contabili ed i tecnicismi fiscali, ma è necessaria una visione d’insieme che possa contribuire ad avere quanto più chiaro possibile il contesto socio-economico nel quale lavoriamo, adottando i principi del Forward Looking al fine di programmare la nostra attività in maniera consapevolmente prospettica.

All’imprenditore, non basta più essere convinto del proprio scopo, oggi è indispensabile avere sistemi testati e collaudati che possano trasformare le convinzioni in dati monitorabili e presentabili al mondo esterno.

La pandemia ha evidenziato le lacune del nostro sistema economico finanziario, parzialmente rimandando l’entrata in vigore delle nuove norme sull’assetto organizzativo dell’impresa e prevenzione della crisi (la riforma della legge fallimentare) che, si badi bene, nella parte fondamentale, è già in vigore (o forse è meglio dire che lo è sempre stata!).

BUONA PRATICA: questo potrebbe essere, in due parole, la sintesi delle norme che devono essere rispettate.

Per questi fattori nessun imprenditore, piccolo o grande che sia, potrà più esimersi da valutazioni periodiche dell'andamento aziendale e dalla stima delle prospettive economico-finanziarie. La visione prospettica è divenuta un elemento fondamentale nell’analisi e nella valutazione globale d’impresa.

In particolare, da quando il sistema finanziario ha recepito i nuovi principi contabili internazionali (IFRS 9), le banche sono tenute a valutare i rischi prospettici ai fini di un contenimento del rischio di credito e dal 30 giugno 2021 gli stessi Istituti di credito saranno obbligati a ricevere da parte dell’impresa una specifica attestazione di congruità e/o di conformità per tutti gli affidamenti da concedere.

E’ facile intuire che, in questo contesto, le aziende che non si saranno premunite di avere un sistema di Forward Looking che permetta loro di fornire con facilità i propri dati “prospettici”, i tempi per ottenere un affidamento bancario si dilateranno notevolmente in virtù del fatto che l’imprenditore dovrà correre ai ripari per preparare la documentazione richiesta.

Ma quali sono i documenti che servirà avere sempre a portata di mano per essere in regola con le normative e pronti a rispondere al sistema bancario?

1. La base di partenza è la strutturazione di un buon Business Plan, calibrato sulle singole specificità aziendali (un vestito su misura!) che faccia sì che la strategia si traduca in concrete azioni di gestione operativa (e in performance). Non può quindi essere solo un foglio standard di calcolo Excel che riporti solo costi e ricavi attesi con grossolane previsioni di aumento del fatturato di anno in anno, ma deve prevedere una metodologia di analisi e di rappresentazione che possa garantire, oltre al rispetto “formale” della normativa civilistica (art. 2086 c. 2 del c.c.), anche il raggiungimento delle finalità interne (analizzare le conseguenze delle scelte imprenditoriali) e esterne (nello specifico: presentare la situazione aziendale a terzi, principalmente allo scopo di sviluppare il business e promuovere rapporti con nuovi partner; reperire/mantenere mezzi finanziari da banche, potenziali nuovi soci e altri finanziatori).

Per fare un buon Business Plan è indispensabile che l’imprenditore faccia un’analisi dello scenario socio-economico nel quale opera: Chi sono i miei competitor? Come operano? Quanto marginalizzano? Che probabilità ci sono che la mia attività possa continuare per N anni? Qual è il contesto politico nel quale lavoro? ecc. sono tutte domande che servono per costruire una Mappa Strategica, fondamentale per redigere coscientemente un piano aziendale.

2. Una volta che ho preparato il Business Plan sono pronto? Direi di no. Il Business Plan è la base di ogni ragionamento successivo. L’imprenditore dovrà monitorare, verificare e controllare periodicamente che le sue previsioni producano i risultati attesi. Ciò gli permetterà di direzionare la propria attività in maniera consapevole. I risultati sono conformi alle attese? Continuerò sulla stessa rotta oppure alzerò l’asticella; i risultati sono peggiori delle attese? Dovrò valutarne il motivo e correggere la mappa strategica rideterminato nuovi obiettivi o definendo nuovi percorsi per ottenerli. Posso monitorare l’andamento dell’azienda in maniera costante in modo da poter carpire subito segnali di possibile squilibrio che porteranno al non raggiungimento degli obiettivi prefissati?

Il sistema c’è e si chiama Cruscotto di Controllo. Come per guidare un’auto, un treno, un aereo, una nave ho bisogno di tenere a portata di mano i dati principali del mezzo, così l’azienda può avere sempre sotto visione i propri dati economico/finanziari, l’andamento della gestione operativa, l’andamento della gestione clienti e fornitori e l’andamento della formazione, innovazione e del clima aziendale. Il sistema alla base del Cruscotto di Controllo (software di facile utilizzo nel quale vanno inseriti pochi essenziali dati) si chiama Balanced ScoreCard, poco utilizzato in Italia è invece diffusissimo nel mondo anglosassone da più di un ventennio... con la consueta calma sta arrivando anche da noi (in pratica per obbligo normativo!).

3. Con il Cruscotto di Controllo abbiamo finito? Abbiamo quasi finito ma non siamo ancora al “completamento dell’opera”. Lo abbiamo detto, il sistema bancario è cambiato e sta ulteriormente evolvendo, abbiamo bisogno di implementare i nostri sistemi di monitoraggio in modo da parlare la stessa lingua del nostro interlocutore principale (la banca), anticipandone le domande fornendo le informazioni giuste. Se vogliamo essere sintetici e pragmatici: La banca vuol “solo” essere “certa” che il cliente rimborserà l’affidamento; l’azienda deve dare una “ragionevole certezza” che pagherà.

Così come avevamo imparato a farlo in precedenza con il Fisco oggi dobbiamo imparare la lingua del sistema creditizio e allora nelle medesime logiche del Forward Looking adotteremo specifici strumenti integrati all’interno del Sistema Ce.Bi. (il maggior applicativo utilizzato dai gruppi bancari italiani), che permettono di rappresentare i bilanci futuri di un’impresa sotto ipotesi di “scenari” economico-finanziario alternativi (Base case, Worst case, Stress test), evidenziando squilibri finanziari (fabbisogni da coprire o surplus da investire) derivati da tali ipotesi. Di conseguenza, saremo in grado di individuare politiche e manovre finanziarie volte a sanare gli eventuali squilibri intervenendo in correzione del Business Plan. Già perché il Business Plan diventerà un Work in Progress, sarà, nel futuro un documento costantemente in evoluzione al pari dell’azienda stessa.

Abbiamo capito: Business Plan, Cruscotto di Controllo, Analisi e linguaggio bancario sono diventati indispensabili, ma... quanto costa tutto questo?

Non vorrei che si sottovalutasse l’importanza di quello che abbiamo scritto nelle righe precedenti. Modifica della legge sulla crisi d’impresa e dilazione dei tempi per l’ottenimento di un finanziamento, possono tradursi in costi enormi dal punto di vista di opportunità perse e di responsabilità a carico dei soggetti principalmente coinvolti nella gestione dell’impresa.

Il supporto tecnico, per essere in linea con le norme del codice civile e per rendere l’azienda capace di comunicare con il sistema bancario, è da considerarsi sicuramente un investimento, non un costo.

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